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La mente condominio
Sembra impossibile comprendere le mille sfaccettature della mente perché è estremamente complessa. A questo scopo mi piace usare le metafore come ad esempio questa: La mente condominio. In realtà ci sono alcune “dritte” che ci aiutano a chiarire il nostro funzionamento e quello degli altri.
Tutti abbiamo sperimentato che in differenti contesti, ruoli e relazioni assumiamo atteggiamenti e comportamenti diversi. Sentiamo variare anche il modo in cui pensiamo e le emozioni prevalenti che emergono.
Questo è del tutto normale per la nostra mente perché non è monolitica. Basti pensare a come prende forma nel corso della crescita: le strutture cerebrali si specializzano in modo progressivo creando miliardi di connessioni neuronali man mano che apprendiamo cose sul mondo. Siamo sottoposti costantemente a stimoli provenienti dall’ambiente esterno a cui la mente cerca di adattarsi come meglio può. Quindi il suo sviluppo dipende molto dalle esperienze che facciamo, passo per passo.
Lo sviluppo della mente
È chiaro che ad ogni fase di sviluppo corrispondono alcune emozioni tipiche, modalità relazionali, specifici bisogni e desideri. Tutto questo influenza il nostro modo di essere e reagire in quella specifica fase.
Da neonati, nell’epoca preverbale, useremo strategie di comunicazione diverse rispetto a quando saremo in grado di comunicare con la parola.
Da bambini avremo estremo bisogno della vicinanza di un adulto rassicurante per fare le nostre esperienze. Mentre solo nel giro di qualche anno, da adolescenti, il genitore potrebbe diventare il nostro “peggior nemico” da evitare e sfidare di continuo perché abbiamo bisogno di “separarci” e trovare la nostra individualità.
E così via nel corso della vita, l’alternanza di difficoltà e soddisfazioni, insuccessi e riuscite, relazioni più o meno positive e coinvolgenti, plasmano il nostro modo di reagire a ciò che ci accade.
Tutto questo lascia traccia dentro di noi, possiamo ritrovare il nostro sé bambino o quello adolescente, una parte capricciosa o una sognatrice, una tendenza competitiva e una vittimistica ma essere sempre e comunque unici e interi.
La mente è come un condominio
Possiamo immaginare la mente, quindi, come composta da tutte queste parti derivate da esperienze ed emozioni. Una specie di condominio in cui vivono personaggi diversi che interagiscono tra di loro in modo più o meno collaborativo, integrato o, a volte, anche ignorandosi e litigando.
Ma è normale? Non è che sono schizofrenic@???
Queste sono di solito le domande che mi vengono fatte quando spiego questa particolarità della nostra mente. La risposta è che la mente funziona così ed è perfettamente normale percepire dentro di noi tendenze differenti in momenti, ruoli, spazi e contesti diversi.
È un fatto che la mente viaggi a risparmio energetico se può. Questo comporta che, quando trova una strategia funzionante, tende a replicarla nelle varie situazioni di vita che richiamano una esperienza simile. Per modificare queste strategie e le modalità che apprendiamo è necessario uno sforzo consapevole. Purtroppo moltissimi nostri aspetti viaggiano sotto la soglia della nostra consapevolezza e li applichiamo in maniera automatica.
Sì, ma in concreto cosa significa?
Le parti, i condomini, che abitano dentro di noi sono legati agli stati emotivi ed è ad essi che reagiscono quando vengono stimolate da situazioni che richiamano assetti passati.
Faccio alcuni esempi di fantasia…
- Frida, figlia minore in una famiglia numerosa, aveva capito che facendo un dispetto attirava l’attenzione, altrimenti nessuno la prendeva in considerazione. Ora quarantenne con una posizione manageriale, quando sente che l’attenzione le sfugge di mano, perde la sua pacatezza e fa battute inappropriate che spiazzano. Ottiene così l’attenzione desiderata ma in modo non funzionale. Ecco una parte bambina che prende il controllo e fa reagire l’adulta in modi non idonei.
- Angelo ha una parte che risuona più facilmente con la paura del giudizio e adotta comportamenti più protettivi e cauti nelle relazioni. Cambia totalmente quando emergere la sua parte coraggiosa che tende a sottovalutare le situazioni e a buttarsi senza pensarci in esperienze come sport estremi.
Quante volte sentiamo dei conflitti che rendono difficile prendere decisioni? E quante altre ci piacerebbe reagire in un modo che poi si trasforma in tutt’altro?
Dipende proprio da questa ricchezza interna di parti che, a volte, non sono integrate tra loro, e i loro bisogni e intenzioni si scontrano creando disagio o malessere. Alcune di queste parti possono avere natura traumatica ed essere più sofferenti e difficili da capire e da gestire. Altre sono più “ragionevoli” perché arrivano da abitudini, educazione o esperienze meno pregnanti e più facili da intercettare e modificare se ne sentiamo il bisogno.
La prossima volta che ti troverai ad agire in un modo che non ti fa sentire bene, prova a chiederti quale parte di te sta prendendo il controllo della situazione, quali bisogni ha, quali emozioni e soprattutto quale scopo nel voler dirigere il tuo comportamento. E convoca una bella riunione di condominio per rimettere tutti d’accordo.
PS: naturalmente l’amministratore è la tua parte adulta, ma un buon vice potrebbe essere un terapeuta che ti aiuti a gestire tutta la tua complessità 🙂